La nascita delle preferenze alimentari avviene già nell’utero, dove l’alimentazione della mamma influenza il sapore del liquido amniotico. Cresce e migliora durante l’allattamento, il latte materno varia in gusto da poppata a poppata e nell’arco della poppata stessa mentre il latte artificiale ha un sapore costante. Il bambino allattato al seno è predisposto a provare alimenti e gusti nuovi rispetto al neonato allattato artificialmente.
I bambini amano imitare, fanno quello che vedono, anche a tavola. Quello che mangiano i genitori sarà per loro una cosa buona da provare e assaggiare, soprattutto gli alimenti più consumati. Durante lo svezzamento i sapori si ricollegheranno all’assaggio dei vari alimenti, formando quasi definitivamente le nostre preferenze. Per questi motivi i genitori dovrebbero proporre alimenti diversi soprattutto nei primi 3 anni.
Oltre alle abitudini alimentari dei genitori, le preferenze sono anche legate agli eventi che circondano il bambino durante il pasto.
Le distrazioni come il gioco(anche nei bimbi durante lo svezzamento) o la visione della tv può impedire la giusta acquisizione del gusto di un dato alimento, per questo è sconsigliato mangiare facendo altre cose nello stesso tempo. Un malanno o un evento negativo può essere ricollegato a un alimento consumato in quel momento, ad esempio se si propone la pastina al bimbo malato questo alimento potrebbe essere ricordato come alimento per quando non si sta bene oppure assaggiare un alimento quando si è malati preclude un po’ la percezione del sapore, rendendolo al palato diverso.
Intorno ai 3 anni i bambini attraversano una fase, la cui durata è variabile, si chiama neofobia(paura del nuovo) in cui non vogliono assaggiare cibi nuovi e la dieta è ripetitiva. Solitamente i cibi che sono presenti in questa fase sono pane, pizza, patate e pasta. L’ideale in questo periodo è assecondare i desideri dei bambini, non forzandoli ma continuando a proporre alimenti diversi.
Al cibo sono legate anche le emozioni. Diversi studi hanno dimostrato che la scelta durante un periodo di tristezza ricade sui dolci, soprattutto quelli ricchi in grassi e zuccheri, come il classico cioccolatino. Le preferenze alimentari quindi sono influenzate da diversi fattori: abitudini familiari, emozioni, ricordi, sensazioni.